skip to Main Content

La Sindrome di Totò e Peppino nella definizione degli Obiettivi

Ci siamo lasciati con la promessa che ti avrei parlato del secondo errore che commettiamo quando si affronta un problema (se te le sei perse, in calce a questo articolo trovi le lezioni precedenti).

Per introdurre questo errore faccio appello ad un celebre scena in cui Totò, appena sbarcato a Milano col suo compare Peppino, tirano scemo un “ghìsa” (a Milano i vigili urbani li chiamiamo ghìsa per il copricapo che indossavano):

“Noio, volevan savuar, per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare?”

2° ERRORE: OBIETTIVI NON DEFINITI

Se il 1° Errore è quello di non sapere quali sono le tue reali capacità e competenze in relazione al problema che stai vivendo, e quindi non avere una percezione attendibile di dove ti trovi.

Il 2° Errore è legato alla destinazione che vuoi raggiungere, e quindi all’obiettivo che vuoi realizzare.

Per tornare alla metafora del viaggio che ho usato nelle precedenti lezioni, se sei a Roma e vuoi andartene, ma non sai dove, come fai a tracciare la rotta?

Sulla definizione degli obiettivi ci sarebbero un milione di cose da dire e potrebbe essere un argomento di un articolo a se stante.

In questo contesto però voglio darti un paio di suggerimenti legati a come definire un obiettivo in relazione ad un problema che vuoi risolvere.

SUGGERIMENTO 1: Definisci COSA VUOI DI PRECISO!

Una delle prime confusioni da sciogliere è che non è sufficiente dire: “non voglio più il problema X”.

Bisogna che tu sia più preciso e definisca bene COSA VUOI, perché altrimenti il rischio è che tu ti metta in azione per cambiare la situazione che non ti sta bene, ma che poi tu finisca in un’altra situazione che non ti sta bene comunque, hai presente il classico “passare dalla padella alla brace”?.

Per spiegare meglio questo concetto rubo un esempio che ho letto su un libro di Marshall Rosenberg (in caso tu non lo conoscessi è l’ideatore della “Comunicazione Non Violenta” e del “linguaggio giraffa”).

L’episodio è il seguente.

Una moglie è incazzata e preoccupata (più incazzata secondo me :-)) perché il marito lavora troppo e rientra sistematicamente dopo cena.

Ad un certo punto non ce la fa più e gli dice: “Amore lavori troppo, vorrei che tu lavorassi di meno”.

E il marito pensa una cosa che gli uomini di solito non pensano mai, “mia moglie ha ragione!”

e si iscrive in palestra! (in realtà si iscrive a golf, ma il golf mi fa cagare e proprio non riuscivo ad usarlo come esempio :-))

Immaginati la reazione della moglie, si incazza ancora di più perché non solo il marito trascura lei e i figli, ma lo fa per andare a divertirsi quello stronzo.

Ora è più chiaro dove voglio arrivare?

Dire “non voglio più questo” può essere un buon punto di partenza, perché ti rende consapevole che quella determinata situazione non ti sta bene e vuoi cambiarla.

Ma non può essere un punto di arrivo, perché rischi di trovarti in un altro punto che non ti piace lo stesso, mi segui?

Ora prova a pensare se invece la moglie gli avesse detto:

“Amore capisco che il lavoro è importante e apprezzo quello che fai per la nostra famiglia, ma se rientri sempre dopo cena non hai occasione di stare a sufficienza con me e i bambini e sono preoccupata che prima o poi scoppiamo (con due P). Mi piacerebbe che almeno rientrassi per cena, in modo da mangiare tutti insieme, credi sia possibile?”.

La moglie, avendo chiarito cosa vuole di preciso (cenare tutti insieme), è riuscita a fare una RICHIESTA CHIARA.

Magari il marito non la accontenterà lo stesso o non la accontenterà al 100%, ma magari 2 o 3 volte a settimana rientra per cena e di sicuro non si iscrive in palestra (e tantomeno al golf).

C’è una bella differenza, non trovi?

Ora, sono sicuro che hai sentito parlare di obiettivi SMART.

Senza soffermarmi su tecnicismi (l’acronimo si può declinare anche in altri modi rispetto all’immagine sotto), il concetto che voglio passarti è che, più riesci ad essere preciso nella definizione del tuo obiettivo quando vuoi risolvere un problema, e più facile sarà definire il piano di azione per raggiungerlo.

SUGGERIMENTO 2: Fai in modo di TENERE BENE A MENTE qual è l’Obiettivo!

Hai presente i buoni propositi che si fanno ad inizio anno?

Ora, premesso che i “buoni propositi” sono una cosa diversa rispetto agli obiettivi, c’è un aspetto che secondo me è fondamentale capire quando si affronta un problema, bisogna avere sempre bene chiaro in testa qual è l’obiettivo che vuoi raggiungere!

Non te lo puoi dimenticare, altrimenti non metterai la tua energia in quella direzione.

E’ uno dei motivi per cui i buoni propositi falliscono, uno se li dice a mente oppure se li scrive su un foglietto che poi rimane chiuso in un cassetto e dopo qualche giorno se ne è già dimenticato.

Quindi, oltre al suggerimento di scriverli, io ti consiglio di metterli dove li vedi costantemente, in modo che il tuo cervello sia completamente focalizzato in quella direzione.

Il fatto di RICORDARSI L’OBIETTIVO è meno scontato di quello che sembra per un aspetto che viene spesso trascurato, la nostra intelligenza emotiva.

Pensa per esempio ad una coppia che divorzia.

Ci sono incomprensioni, è finito l’amore, magari anche da parte di uno solo dei due, ad ogni modo l’obiettivo dovrebbe essere quello di separarsi facendosi il meno male possibile, tutelando al massimo i figli, giusto?

E allora come mai spesso si arriva a guerre interminabili in cui i figli vengono usati come arma di ricatto?

Perché ad un certo punto le emozioni coinvolte fanno deragliare e ci si dimentica di qual è il vero obiettivo.

Quindi ad un certo punto, l’obiettivo: “separarsi nella maniera più civile possibile cercando di proteggere al massimo i figli” viene sostituito da “te la voglio far pagare brutto/a (figlio di) puttana”.

Le emozioni tendono a far andare in tilt le persone che non riescono a navigarle, quindi è un attimo perdere la bussola e concentrarsi sulle cose sbagliate, nelle relazioni danneggiate è una cosa che accade di continuo ma lo puoi vedere anche in situazioni meno “complesse”, prova per esempio ad osservare come le persone reagiscono ai feedback.

Il feedback, lascia stare per un attimo che il 99% delle persone non sa come darlo, è un regalo che ti viene fatto e che può aiutarti a crescere, giusto?

Quindi se tu sei focalizzato e concentrato su questa cosa, quando ti danno un feedback, anche se “negativo”, puoi pensare:

“wow grazie per questo regalo, qui può esserci un’occasione per vedere qualcosa che non avevo notato”.

Poi magari il feedback non ti serve e lo cestini, ma la tua energia dovrebbe essere rivolta a: “come può essermi utile quello che mi ha detto?”.

E invece come reagisce la maggioranza delle persone di solito?

“Beh, no ma secondo me invece…”

Parte con dei pipponi interminabili che hanno lo scopo di difendere la propria integrità dal pericolo di aver sbagliato.

Ora ripeto, lascia stare che il 99% delle persone non sa dare feedback e quindi spesso questi arrivano come delle critiche gratuite e spesso inutili.

Lascia stare anche che magari questa è una forma di difesa che uno ha adottato per tutelarsi da genitori super-criticoni etc.

Ma capisci che l’obiettivo non dovrebbe mai essere quello di difendere l’idea assurda che “io sono perfetto e non commetto mai errori, quindi non provare a dirmi che sto sbagliando”?

L’obiettivo dovrebbe essere di cercare di capire come continuare a migliorarsi, partendo dalla consapevolezza e dall’ACCETTAZIONE che non siamo e non potremo mai essere perfetti e quindi abbiamo bisogno come l’oro dei feedback, o sbaglio?.

Pace, Bene e Trigu Meda
Eugenio

==> Ti sei perso le precedenti lezioni? Le trovi qui sotto in ordine di lettura<==
1) Perché è fondamentale CELEBRARE i SUCCESSI
2) Socrate è andato a farsi fottere…
3) Come valutare le proprie competenze senza farsi fregare dall’ego

==> Vuoi usare il Metodo Olmetto®? (in ordine decrescente di investimento)<==
A) Metodo Olmetto® (Abbonamento Mensile 197 € – Iva Inclusa)
B) La Tua Mappa per il Relax Lavorativo (Libro + Videocorso 29 € – Iva Inclusa)
C) Richiesta Informazioni (GRATUITO – 15 minuti del tuo tempo)

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami

Utilizziamo i cookie per assicurarti di darti la migliore esperienza sul nostro sito web.

Back To Top