Come valutare le proprie competenze senza farsi condizionare dall’EGO
Nell’ultimo articolo ti ho promesso che ti avrei fornito una procedura per “valutare” le tue competenze nel modo più oggettivo possibile.
Questo perché, essere in grado di valutare nel modo più OGGETTIVO possibile “dove ti trovi” è fondamentale in un processo di Problem Solving.
E qui nasce il primo nodo da sciogliere.
In realtà ci sarebbe un indicatore abbastanza chiaro che ti informa in modo inequivocabile sul tuo reale livello di competenza:
i RISULTATI che ottieni.
“Carta canta” direbbero i vecchi al bar.
Quindi, facendo riferimento agli esempi del precedente articolo, se ogni volta che deleghi un’attività, il risultato è che poi ti tocca rifarlo da solo, significa che non sai delegare.
Se ogni volta che dai un feedback le persone si mettono di traverso, significa che non sai dare i feedback.
Se non riesci a vendere manco una bottiglia d’acqua nel deserto, non sai vendere.
Non è più difficile di così, mi segui?
Però i RISULTATI parlano chiaro solo in teoria, perché in pratica bisogna fare i conti con il nostro EGO che si mette di mezzo e ti impedisce di vedere quello che è sotto gli occhi di tutti.
Quindi partiamo con le giustificazioni e sentiamo il bisogno di “aggiustarci” le cose in modo che il responsabile non siano mai noi ma il “mondo esterno”.
E quindi:
“Il Processo di DELEGA non funziona perché i miei collaboratori sono dei coglioni e non mi ascoltano”
“Non vendo niente perché il prodotto è troppo caro (o fa schifo, o il marketing fa schifo etc.)”
Ora attenzione, il discorso qui si complica ulteriormente, perché a volte queste idee che abbiamo sono più che FONDATE.
Voglio dire, magari veramente ti trovi a dover lavorare con un coglione o a vendere un prodotto di merda.
Quindi è piuttosto facile cadere nella trappola di trovare una GIUSTIFICAZIONE che ti autorizza a rimanere nella tua zona di comfort, guardando ai tuoi insuccessi come ad un qualcosa che non dipende da te.
Solo che così le cose non cambiano e quindi è FONDAMENTALE concentrarsi su quello che sbagli tu.
Per esempio, se il tuo collaboratore non è esattamente un fulmine di guerra, magari devi limitarti a delegargli delle attività “semplici”, altrimenti ovvio che questo poi non riuscirà a metterle in campo.
E se ti trovi a vendere un prodotto che fa schifo, o hai l’indole del truffatore e allora la cosa non fa differenza, oppure devi cambiare azienda, per quale motivo dovresti continuare a vendere qualcosa in cui non credi tu per primo?
Quindi voglio darti una mini-procedura per migliorare nella tua capacità di autoanalisi, partendo da un assunto:
Conoscere un concetto è diverso dal SAPERLO APPLICARE.
Il fatto che tu abbia già sentito determinate cose, NON SIGNIFICA che tu le abbia fatte veramente tue e sia in grado di metterle in pratica.
Se hai bisogno di “testare” il tuo grado di competenza su un determinato argomento puoi seguire questa procedura:
1) prova a SPIEGARLA ad altri.
Prima ad una persona “competente”, in modo che lui possa dirmi se io hai capito correttamente.
Poi ad una persona “incompetente”, in modo che tu possa lavorare sul come trasferire il concetto. Se lui non ti capisce, si vede che ancora non hai un livello di padronanza sufficiente dell’argomento.
2) Chiediti: “DOVE la sto APPLICANDO?”
APPLICARE è la parola chiave, se non la stai applicando, non la conosci, punto e basta!
Sai bene cos’è la DELEGA, ma non deleghi niente di niente? Non sai delegare!
Sai cos’è un Feedback ma non li dai e fatichi a riceverli? Non sai cos’è un Feedback, punto!
3) Mi chiedo: Che RISULTATI sto ottenendo?
In questo caso, RISULTATI è la parola chiave, se non ottengo RISULTATI, ancora non ho un livello di competenza adeguato, punto e basta!
Senza entrare nel mondo infinito di giustificazioni che mi posso dare per “indorarmi la pillola”.
4) Chiedi un FEEDBACK sul tuo livello di competenza!
Non c’è niente di meglio che un parere esterno sul tuo operato.
Se vuoi capire come migliorare su un determinato argomento, chiedi a 5 persone che stimi e che sono competenti sull’argomento, di darti un Feedback onesto su quello che stai facendo, aree di forza e di miglioramento, rimarrai stupito dagli spunti che riceverai (sottolineo, devono essere persone che stimi e che sono competenti sull’argomento).
Bene, direi che per oggi è tutto, nel prossimo articolo ti parlo del secondo errore, “la sindrome di Totò e Peppino”.
Pace, Bene e Trigu Meda
Eugenio
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1) Perché è fondamentale CELEBRARE i SUCCESSI
2) Socrate è andato a farsi fottere!
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